Adam
Non riesco a ricordarmi il giorno in cui sei arrivato in canile; so che era un ormai lontano luglio 2019 ma anche se ci penso e ci ripenso non riesco a ricordarmi il giorno esatto in cui sei arrivato da noi.
In compenso, mi ricordo esattamente il momento in cui sei entrato nella mia vita e nel mio cuore: volevo pulirti le orecchie perché eri un po’ malconcio e ci stavo anche riuscendo, ma poi tu hai deciso che a questo gioco si giocava in due e, con la delicatezza di un facocero mi hai abbattuta e fatto una pulizia naso-orecchie che otorinolaringoiatra scansati. È stato amore a prima vista. Per me. Perché tu ti sei fatto desiderare parecchio prima di cedere, un po’ per volta, non sia mai che me la dai vinta. Ma io un po’ ti capisco, sei un mini me su quattro zampe motrici e fondamentalmente abbiamo gli stessi disagi comportamentali. C’è voluto tanto tempo, ma finalmente ce l’abbiamo fatta e adesso sei qui con me. Quando dormi russi come un trombone. I comodini tremano al tuo passaggio. Letteralmente. La casa non ha più spigoli, perché li hai presi tutti a capocciate. I concetti di privacy e spazio personale, questi sconosciuti. Ma non preoccuparti, hai anche dei difetti XD. Io in compenso sono già una mamma pancina e un bel felici e contenti ce lo auguro di cuore perché, soprattutto tu, te lo meriti.